La riflessione di oggi verte sulla filosofia e le donne, per cominciare riporto alcuni dei nomi di filosofi che hanno segnato la storia della filosofia:
Talete (620-550 a.c.), Democrito (460-370 a.c.), Socrate (469-399 a.c.), Platone (428-347 a.c.), Aristotele (384-322 a.c), Agostino (350-430), Locke (1632-1704), Hume (1711-1776), Kant (1724-1804), Hegel (1770-1831), Schopenhauer (1788-1860), Kierkegaard (1813-1855), Nietzsche (1844-1900), Croce (1866-1952), Heidegger (1889-1976), Sartre (1905-1980)
Ovviamente questa è solo una minima parte rispetto al panorama di filosofi che, nel corso della storia, hanno segnato in maniera indelebile il pensiero occidentale.
A questo punto una domanda sorge spontanea: “e le donne?”
I contenuti dell'articolo
La filosofia e le donne
Perché nella “lista” non c'è una donna? perché quando si parla di filosofia, di filosofi e pensatori ci si rivolge sempre al maschile? perché risulta cosi difficile anche il solo definire la filosofia in termini di pensiero femminile? Ci sono donne che hanno inciso, segnato il pensiero occidentale con le loro teorie, con i lori pensieri, con la loro esistenzialità?
La risposta a tale domanda ci viene fornita dalla storia del pensiero filosofico occidentale che vede la presenza, sin dai tempi dei Greci, di numerose donne il cui pensiero è stato di rilevante importanza, che hanno spesso segnato, influenzato e condizionato il pensiero occidentale, nomi come:
Aspasia di Mileto (440 a.c.) discepola di Pitagora , Ipazia (400 a.c.) di tendenze Neoplatoniche, Plotina (53-117 d.C.) consorte dell'imperatore Traiano, la principessa Elisabetta (1643) che intrattenne uno studendo rapporto epistolare con Cartesio, fino ad arrivare ai giorni nostri con personaggi di grande rilevanza filosofica come Edith Stein (1891-1942), Simone Weil (1909-1943), Hannah Arendt (1906-1975) o Simone De Beauvoir (1908-1986).
Ci sono moltissime donne filosofe
La storia, quindi, ci dice che molte donne hanno contribuito alla nascita del pensiero contemporaneo.
Tuttavia, quando si pensa ad un grande filosofo (termine maschile), la nostra mente cerca subito uno dei nomi della prima lista, il filosofeggiare stesso è una tendenza, una abitudine che la si associa, in linea di massima, al genere maschile.
Perché la filosofia è “tendenzialmente” maschile?
Questa domanda è stato l'argomento principe di una discussione fatta con alcuni colleghi, ci tengo a sottolineare tutti maschi, dalla quale sono emerse numerose idee, pareri, opinioni.
La più gettonata ed anche la più consona al mio di pensiero è molto semplice, la cui semplicità risulta essere quasi disarmante e comunque formulata da una platea di uomini e che sottopongo con estremo piacere e spirito critico alla vostra attenzione.
Perché la donna non la si associa al filosofeggiare? Perchè l'icona del filosofo è un soggetto maschio?
La donna non la si associa al filosofeggiare perché, in linea di massima, la donna non ha bisogno di filosofeggiare, non sente questa esigenza esistenziale, maniacale, interiore.
Perché?
Il perché risiede nel fatto che mentre gli uomini cercano continuamente risposte, le donne le hanno.
Gli uomini si pongono le domande per le quali le donne hanno già la giusta risposta, in maniera innata, ancestrale, istintiva.
Ma da dove nasce questa differenza?
La differenza sostanziale risiede nel fatto che la donna è assai più vicina a Dio, alla vita, alla creazione di quanto possa esserlo un'uomo perché essa vive in se il miracolo stesso della vita.
La donna è in grado di generare, creare, dare la luce; l'uomo, proprio in virtù di questa sua distanza biologica, cerca in sè tali risposte, cerca esso stesso di avvicinarsi all'essenza della vita con la riflessione, con la filosofia, con il pensiero.
Per la donna la domanda cardine della filosofia…”perchè esisto? quale è il mio scopo?” ha una ben precisa risposta, “io esisto, in quanto donna, per generare il mondo stesso, senza me nulla esisterebbe“.
L'uomo mai potrebbe rispondere in tal modo, un uomo, alla medesima domanda, non sa rispondere.
Risponde con una nuova domanda, cerca in sé, con la filosofia, la risposta giusta, vola di pensiero in pensiero, crea nuove teorie, ipotesi, formula centinaia di aforismi, ma poi si ritrova, nudo, di fronte al “sé” ed alla non spiegabilità del suo stesso essere.
Approfondire la filosofia al femminile
Per approfondire la filosofia al femminile consiglio:
- Tassinari, Simonetta (Autore)
- Vassallo, Nicla (Autore)
E questo splendido libro
- De Martino, Giulio (Autore)
Proprio sulle donne filosofe
Conclusioni
Che te ne pare di questo articolo sulla filosofia e le donne? Hai trovato qualche spunto di riflessione interessante?
Se si discutiamone nei commenti, ti aspetto!
10 commenti
Anche nelle religioni monoteiste mondiali Dio i profeti i grandi saggi sono al maschile……
verissimo, grazie
A mio parere le donne non si pongono domande sull’esistenza semplicemente perché non lo trovano interessante. La donna è troppo occupata a vivere per porsi domande che non hanno risposte.
Ottima riflessione
Premessa: sono una donna e mi reputo filosofa.
Tra qualche mese potrò avvalermi anche di un titolo di dottoressa in Filosofia, ma non sarà certo questo a fare la differenza.
Quello che fa la differenza invece, é che leggere la vostra soluzione “la cui semplicità suscita quasi stupore” mi ha fatto rabbrividire.
Ovviamente non ho potuto non percepirla subito come “elaborata da una platea di uomini”, assolutamente.
Mi dispiace leggere che persino da colleghi filosofi non venga colto il punto della filosofia.
Mi aspettavo di più da voi, molto di più che una mera risposta maschilista che non riesce ad immaginare la donna oltre la sua funzione di contenitrice di nuovi bambini (maschi si spera).
Ebbene, vi svelerò un segreto, cari colleghi, le donne non hanno le risposte nella misura in cui la loro esistenza non si limiti al ruolo sopra citato. Mi stupisce vedervi ancora fermi lí, ad un corpo, a un’apparenza, a una risposta che altro non è che una domanda mal posta. Vi basta davvero pochi poco per considerare la piú grande domanda della nostra esistenza conclusa? La donna genera quindi la donna sa come nasce la vita? O forse la donna lasciamola generare cosi sta zitta che è meglio? Vi diró un altro segreto, anche l’uomo partecipa alla generazione.
Vi lascio con la mia risposta alla questione che forse vi sembrerà ancora più semplice della vostra. Quante donne libere di studiare e dedicarsi al sapere avete visto nella storia?
Quante donne poterono essere donne prima di mogli di qualcuno?
Pensateci, in nome di Ipazia, Aspasia e tante altre donne che filosofe furono, ma solo di fatto.
Credetemi, parlo da donna formatasi su libri scritti da uomini, i dubbi furono gli stessi, le domande anche ma le possibilità di certo no.
Vi lascio con una domanda simile, perché nella storia della filosofia non vengono citati filosofi neri? Anche loro avevano gia le risposte?
Cari saluti,
Ilaria
Grazie per aver condiviso con noi il tuo pensiero Ilaria
volevo solo osservate che Ipazia è del 400 d.C. e non avanti Cristo
le donne cucinavano e rimestando parlavano,parlavano,parlavano ed ai loro mariti davano spunti di riflessione ed idee filosofiche(soprattutto sulla crudeltà del matrimonio)ma essendo analfabete il copyright dei pensieri l’hanno preso gli uomini
Le donne (senza offesa eh ) “credono” di evere una risposta e li’ si fermano.
Non si chiedono se giusta o sbagliata.
io continuo a pensare che le donne risponderebbero cosi’:
“la filosofia? uno s*****ata da uomini !!!!”